Chi ha letto il mio primo articolo si ricorderà della mia esperienza durante il mio studio di biologia a Berlino, quando pochi giorni prima della partenza mi fu annullato un viaggio per il Sudafrica nel quale avrei dovuto studiare le voci degli sciacalli.
Quello fu il momento in cui per una serie di motivi abbandonai il mio sogno di studiare gli animali in Africa…
Un paio di mesi fa, sentendo il podcast di Laura Malina Seiler ascolto un’intervista con Michi Schreiber, una ragazza di soli 23 anni che con la sua forza di volontà, col suo entusiasmo e con la sua perseveranza sta creando un progetto fantastico per i centri di recupero primati in Sudafrica. Ascolto rapita questa intervista, mi riporta indietro nel tempo a più di 20 anni fa, sarei potuta essere stata io, con quell’entusiasmo e l’amore per gli animali incondizionato.
Mi assomiglia moltissimo nel suo modo di essere. Devo conoscerla.
Nel 2015 Michi è andata per la prima volta in Sudafrica subito dopo essersi diplomata al liceo e ha cominciato a fare del volontariato presso un centro di soccorso e recupero di scimmie e primati. È nato tutto da lì.
In questa intervista le ho chiesto di raccontarmi un po’ di più da vicino come funzionano queste associazioni di volontariato, a cosa bisogna stare attenti, a come ha fatto ad andare avanti col suo sogno nonostante tutto il suo ambiente familiare e i suoi amici non capissero, in cosa consiste esattamente il suo progetto e come possiamo aiutarla attraverso il crowdfunding.
L’intervista la possiamo fare su skype perché Michi non abita a Berlino ed é in procinto di partire per il Sudafrica dove starà 5 mesi. È una ragazza piena di energia ma nello stesso tempo dolce, sorridente e con una bella massa di capelli scuri (mia nota: a causa della Pandemia Michi ha dovuto fare ritorno già dopo un mese, continua però assiduamente a lavorare sul progetto).
Ciao Michi da quando hai questo amore per gli animali?
Da sempre, ho sempre avuto un cane, criceti, e sono cresciuta in campagna. Inoltre da piccola guardavo sempre i documentari di Stephen Irwin, noto come Crocodile Hunter. Sono sempre stata affascinata da lui e dicevo “da grande voglio fare qualcosa di simile con animali selvaggi” e per me l’Africa era sinonimo di questo.
Come sei riuscita ad andare in Africa subito dopo la tua maturità?
Attraverso la pagina Fb di Stephen Irwin avevo trovato la pubblicità di alcune organizzazioni che proponevano di fare un’esperienza di volontariato in Africa con diverse specie animali. Ho trovato due organizzazioni che proponevano 2 settimane con i leoni e due settimane con le scimmie e ho prenotato.
È stato molto caro?
Carissimo, ho pagato 2000 euro per le due settimane con i leoni e 2000 per le due settimane con le scimmie. Avevo risparmiato i soldi per comprarmi una macchina e…ho usato quelli.
Racconta della tua esperienza con il centro dei leoni
È stata un’esperienza terribile. Col senno di poi ho capito che l’organizzazione tedesca non controllava i partner africani nei quali mandava la gente, e mi sono resa conto in poco tempo che il posto dove ero arrivata era un allevamento di leoni per la caccia. Questi venivano cresciuti e poi venduti ai cacciatori europei o di altre zone che pagavano per poterli uccidere in zone delimitate. Dopo un paio di giorni ho capito in che posto mi trovavo perché ho realizzato che i leoni venivano tenuti male, in gabbie piccolissime, e nessuno voleva rispondere alle mie molteplici domande. Quindi ho scritto e denunciato la situazione all’associazione tedesca e sono riuscita a farmi mandare ad un altro centro, quella delle scimmie.
È legale un tale allevamento per la caccia? E c’è gente che arriva in un posto del genere come te credendo di arrivare in un posto dove fare del volontariato ?
Purtroppo si é legale, ce ne sono molti. E ci sta gente che paga 2000 euro per andare a fare del volontariato in Africa e si ritrova in situazioni come queste. Quindi quello che io dico é di informarsi sempre bene e personalmente sul posto dove si sta andando.
Inoltre é proprio questo il progetto che sto creando: creare una rete sicura di associazioni di volontariato per gli animali in Africa controllate da personalmente e che collaboreranno con associazioni tedesche.
Dopo cosa é successo?
Sono arrivata nel centro successivo e il primo giorno é stato terribile, ero sul punto di mollare tutto, inoltre ero anche stata derubata. La situazione abitativa era molto semplice, si dormiva in una stanza senza finestre (perché potrebbero entrare animali dalla finestra), la doccia era esterna, il bagno era esterno, ci stava pochissima elettricità, gli standard erano tanto diversi a quello in cui ero abituata. Il piano di lavoro delle cose che c’erano da fare era molto impegnativo e non come nell’immaginario comune di sole coccole con le scimmie.
Non ero mai stara in contatto con delle scimmie prima di allora, e quando mi hanno portato nella gabbia mi sono resa conto che avevano un odore molto “forte”, che erano molto rumorose e il primo contatto che ho avuto con una scimmia é finito con una piccola aggressione, pipi addosso e un suo mozzico (ebbene si, le scimmie ti fanno pipì e cacca addosso perché non hanno un muscolo rettale). Ero a pezzi, e volevo solo tornare a casa, mi stavo rimangiando tutti i miei buoni propositi.
Cosa ti ha fatto cambiare idea?
Ma il giorno dopo, tutto é cambiato. Ho avuto il mio primo incontro con un baby paviano, Barney, molto piccolo e timido che non si faceva dare da mangiare da nessuno. Era molto denutrito. Sono entrata nel recinto, sono state aperte le gabbiette notturne dei paviani, e il piccolo Barney é saltato tra le mie braccia urlando, e mi ha fatto la pipì addosso. Per me era tutto troppo, non sapevo come reagire. Il piccolo Barney continuava ad urlare e a starmi attaccato. Alla fine mi ha preso come sua persona di riferimento, ha accettato il mangiare da parte mia, si é calmato e addormentato.
In quel momento ho capito che forse, dopotutto, non stavo facendo uno sbaglio. Da quel giorno andavo da lui in ogni pausa del lavoro, e lui aveva cominciato a prendere peso e a stare meglio.
In che cosa consisteva il lavoro al centro recupero oltre che al nutrimento e alle coccole dei primati?
In moltissime cose pratiche e faticose: costruire recinti, preparare il mangiare, pulire le gabbie, fare la raccolta, raccogliere cavallette per i piccoli e altro. Giorno per giorno mi sono abituata e ho cominciato a sentirmi utili e ad apprezzare la fatica che facevo perché sapevo che la stavo facendo per un motivo buono e sensato e che grazie a noi le scimmie sarebbero potute essere liberate dopo 5 anni.
Cosa é successo quando é finito il tuo periodo in quel centro?
Quando ero all’aeroporto in procinto di tornare in Germania ero veramente disperata. Non la finivo di piangere. Il dipendente del check in mi ha chiesto se piangessi per l’amore. Io gli ho risposto di si….e a quel punto lui, pensando che si trattasse dell’amore per un uomo, mi ha detto di seguire il cuore. Cosa che non mi sono fatta ripetere due volte….sono andata via dall’aeroporto, e con l’autostop sono tornata al centro di recupero. Inutile raccontare l’urlo di gioia che ha fatto Barney quando mi ha rivisto. Sono rimasta lì altre 6 settimane.
Come ti sei finanziata quell’ulteriore periodo?
Con gli ultimi soldi che mi ero tenuta per la macchina.
Non hai avuto paura a fare l’autostop in Sudafrica?
Assolutamente no, avevo più paura di tornare a casa. Non ci ho pensato neanche un secondo.
I tuoi genitori come la hanno presa?
Non hanno capito, erano spaventati e arrabbiati. Non hanno mai viaggiato oltre la Spagna, e il tutto era per loro veramente troppo
Oggi i tuoi genitori come la prendono?
La vedono come un hobby. Preferirebbero che io facessi un lavoro sicuro in Germania. Non lo capiscono, anche se nel frattempo mia madre mi dà sempre delle coperte e dei biberon per le scimmiette. Si erano appena abituati al fatto che viaggio una volta all’anno per 6 settimane in Africa. Ora devono abituarsi al fatto che scendo per 5 mesi per mettere in piedi il mio progetto.
Dopo le 6 settimane sei tornata in Germania. Ora sono passati 5 anni da quell’esperienza. Nel frattempo ti sei sposata e stai mettendo in pratica il tuo progetto.
Quando sono tornata mi sentivo in un altro mondo, spaesata.. Ho fatto dei lavori che non mi piacevano per risparmiare i soldi per poter tornare al più presto in Sudafrica, cosa che ho fatto un anno e mezzo dopo. Una volta lì ho veramente capito che era quella la vita che volevo, e ho cominciato quindi a pianificare un modo per finanziarmi i miei viaggi in Sudafrica. Ci sono tornata ogni anno, sempre nello stesso centro, anche per seguire Barney e i piccoli che crescevamo. Bisogna tenere conto che vengono liberati verso i 5 anni. In quel periodo ho anche incontrato mio marito Mark, che ho conosciuto perché ballavamo nello stesso gruppo di show-dance.
Siamo diventati una coppia dopo parecchio tempo che ci conoscevamo ed eravamo già molto amici. Inoltre lui sapeva del mio sogno e lo sosteneva. Infatti non solo ci siamo sposati già dopo 10 mesi, ma abbiamo passato il viaggio di nozze lavorando nel centro di recupero in Sudafrica. Lui é stato il primo che ha sostenuto la mia idea di progetto e mi ha spinto a concretizzarla.
Spiegaci bene in cosa consiste il tuo progetto
Voglio costituire un’agenzia che faccia da tramite tra i centri di recupero e volontariato per le scimmie in Africa e le associazioni in Germania. I centri vengono visitati personalmente da me per 4 settimane durante i quali controllo lo standard del loro lavoro e se hanno il potenziale per poter essere dei posti sicuri dove poter fare volontariato, senza dover incappare nelle brutte esperienze in cui sono incappata io.
Devi pagarti la tua permanenza in un tale centro?
Si, come in tutte le associazioni di volontariato in Africa, chiunque venga a lavorare deve pagare una certa cifra. Queste sono le uniche entrate che le associazioni hanno, dato che non hanno nessun sostegno statale.
Quanto costa per una persona che decide di fare un’esperienza del genere per un paio di settimane?
Fino a 500 euro per settimana, più volo.
Come mai starai 5 mesi?
Voglio stare nel mio centro iniziale dove al momento viene pianificata la liberazione delle scimmie (che avverrà l’anno prossimo) per imparare tutto al meglio, e dopo starò 4 settimane in ogni centro per prenderli bene sotto esame e lavorare con loro. Se i loro standard corrispondono ai miei verranno inseriti nella mia organizzazione. Ma sono molto fiduciosa sembrano 4 organizzazioni molto buone.
Come faranno a seguirti le persone interessate?
Attraverso il mio blog attraverso il mio podcast, e attraverso il mio profilo Instagram ( tutti i dettaglia alla fine dell’intervista).
Verrà a trovarti Mark?
Si , ha due settimane di vacanze. Anche lui ha una scimmia che ha fatto l’imprinting su di lui.
Per quanto tempo si ricordano di te le scimmie?
Se sono dei baby quando le hai cresciute e poi sei partita, non si ricordano, come i neonati umani, ma hanno un ricordo dell’odore e magari ti si mettono in braccio. Le scimmiette che vengono seguite quando sono un po’ più grandi si ricordano eccome. Quando ritorni ti mostrano subito il loro didietro, per mostrare il loro affetto. Ovviamente noi dobbiamo insegnargli ad essere indipendenti e a non avere contatti con gli umani, quindi con l’andare del tempo incominciamo li dobbiamo addirittura ignorare. Cosa che fa male, ma necessaria.
Come mai hai sviluppato questo amore per le scimmie?
È stato un caso…e poi mi sono innamorata di loro perché sono così ..umane.
Raccontami una situazione che ti ha scaldato il cuore
C’era Kiwi, la scimmia che avevo cresciuto, e il baby che stavo nutrendo in quel momento. Se il baby si allontanava troppo, Kiwi si preoccupava e andava a riprenderlo e lo portava da me. Una vera e propria babysitter.
Quando partirà il lavoro dell’organizzazione facendo da tramite tra i volontari e le associazioni ?
Nel 2021
Quale é il tuo altro scopo?
Avere un centro per le scimmie tutto mio. Ma per questo ci vorranno anni di tempo, dobbiamo prima far funzionare la prima organizzazione.
Hai voglia di tenermi aggiornata sul tuo lavoro dei prossimi mesi dandomi un update sui centri che andrai a visitare?
Si, possiamo fare un update una volta al mese su ogni singola stazione.
Io e Michi siamo rimaste d’accordo che mi terrà informata su come va il suo viaggio nei centri di recupero e ovviamente, condividerò con voi il tutto.
Aggiornamento Covid19: a causa della pandemia da Coronavirus Michi è stata costretta a tornare in Germania un mese dopo, e ha potuto visitare solo un centro. Ma il suo lavoro continua anche dalla Germania e appena sarà possibile tornare a viaggiare, tornerà sul posto. (13.05.2020)
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