Stamattina sono partita presto, alle 6:30. Per tutta la notte, nonostante abbia fatto un sonno ristoratore, ho avuto il sottofondo del comizio fatto dai numerosissimi gabbiani esattamente di fronte all’ostello. Ma non dormono mai?

L’inizio della tappa è stato immediatamente duro, una salita di un paio di chilometri prima su asfalto poi nel bosco. Ma Il premio è stato grande, una bellissima alba sui monti. Quello è stato uno dei pochi momenti in cui ho visto il sole oggi, visto che poi cielo si è definitivamente coperto e non si è più mostrato per parecchio. Ha cominciato a tirare parecchio vento, credo che sia normale in questa zona, infatti in gran parte del tragitto c’erano pale eoliche che accompagnavano il rumore dei miei passi con il loro rombo. Meno male che stamattina prima di uscire oltre ai miei due biscottini avevo mangiato anche una piccola barretta di avena, visto che il primo posto per fare colazione è apparso come un miraggio solamente dopo ben 15 km. Infreddolita e affamata, ho consumato la mia colazione, questa volta razione doppia, di pane tostato e pomodoro. Ieri avevo avuto l’incontro con il signore anziano con tanti cani, oggi un’altra sorpresa: un Gattaro uomo. Ho visto Un signore anziano che camminava con un gatto che gli trotterellava accanto entrare in un cancello e il gatto si è precipitato dentro. Ho buttato l’occhio e ho visto che c’era una piccola colonia di gatti che lo aspettava festante. Praticamente erano due mamme, un altro gatto adulto, e diversi piccoli. Sono stata parecchio ad osservarli, alcuni di loro erano feriti, un gattino aveva un occhio cieco, penso che il signore semplicemente gli dia da mangiare e gli dia un tetto dove stare, ma non si preoccupi più di tanto di veterinari o altro. È un suo modo di averli intorno e nutrirli. Mentre io filmavo e facevo le foto ai gatti, lui apriva il pollaio e poi prendeva le crocchette per sfamare i suoi amici.

Dopo un altro bel po’ di bosco tra eucalipti e alberi invasi di edera, finalmente il mio sguardo avvista il mare. Peccato che il cielo non sia blu, credo che l’immagine sarebbe stata ancora più sconvolgente. Ma era bellissimo lo stesso, il vento soffiava e la natura era completamente selvaggia. Il percorso successivo è stato per me un paradiso, un sentiero costellato di piante di more, non riuscivo ad andare avanti, ne ho mangiate veramente tante fino quasi ad avere mal di pancia. Il viaggio verso Fisterra è continuato con salite inaspettate e ripide discese, un po’ di sole ogni tanto, vento fresco, e quasi nessun bar. Meglio portarsi qualche provvista in più su questa tratta. L’arrivo a Finisterre mi ha stupito: in qualche modo mi aspettavo di trovare una città piccola, un borgo, come Muxía, invece è una città relativamente grande! Le case sono piccole e colorate, è comunque una cittadina accogliente.

Arrivata sugli scogli assisto ad un’altra scena di un uomo anziano: ha un sacchetto e scende giù velocemente per gli scogli. I gabbiani sembrano conoscerlo già infatti con cautela gli si avvicinano. Apre il sacchetto e versa il contenuto in mare, secondo me sono i resti del pesce che ha pescato il giorno prima. I gabbiani ci si fiondano. Dopo fa un altro pezzo di strada sugli scogli e va a raccogliere i pesci che sono finiti nella sua trappola. Secondo me ne pesca tanti quanti ne riesce a mangiare la sera.
Anche a Finisterre sono i gabbiani a farla da padrone, ovunque si sente il loro tipico richiamo. Sono stata un po’ ad osservarli sugli scogli e ho visto come i piccoli provino goffamente ad imitare il verso dei gabbiani, fanno il gesto, ma alla fine quello che gli esce è un piccolo flebile gemito.
La sera io e altri Pellegrini siamo alla ricerca di un posto dove mangiare, ma nulla ci ispira e sopratutto cerchiamo un posto con prezzi per Pellegrini, finché per caso non troviamo un localino colorato e accogliente il cui cuoco è un italiano di La Spezia. Mi fa una pasta strepitosa, con il pomodoro del loro orto, seriamente al dente e con sopra il pane fritto grattugiato. Da svenire. Domani ci ritornerò a pranzo!
Il famoso tramonto di questa città rimarrà un mistero per me, infatti per la prima sera in tanti giorni sul mio cammino, il cielo è completamente coperto e piove leggermente, per me è un segno. Dovrò tornare a Finisterre per vederne il famoso tramonto. Speriamo che domani, con la camminata al faro, riesca almeno a vedere la famosa alba. La tappa di oggi è stata veramente bellissima, la rifarò sicuramente nella mia vita, munita questa volta di cestini di vimini da riempire di more! Questa sera ho anche fatto uno strappo alla regola e ho bevuto un po’ di vino tinto di Verano: un vino rosso con ghiaccio e limone, fresco e neanche troppo pesante. Dimostra il fatto che riesco a scrivere tranquillamente questo testo.

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