Chiedi e il Cammino ti darà
22 Giugno 2019
9 Tappa Najera-Granõn (29,6 km)
Stamattina mi alzo prestissimo, ho visto le previsioni e il caldo è tornato e devo fare di tutto per arrivare a destinazione prima che il sole bruci troppo. Giá dopo poco mi rendo conto di aver perso una cosa importantissima! Il mio cappello! In genere lo tenevo attaccato allo zaino, non ho la più pallida idea di dove sia finito. Ho un ulteriore problema. Ho solo 5 euro in contanti, nei paesini che incrocio non c’è bancomat e i negozietti che vendono cappelli non fanno sotto i 15 euro. So che non resisteró a farmi ore sotto il sole senza cappello, ma devo andare avanti. Chiedo al Cammino di risolvermi anche questo problema.
Dopo un po’ mi fermo sotto un ciliegio a farmene una scorpacciata. Sono rosse, mature, succulente. Gli altri pellegrini che passano sembrano non accorgersene, tranne una coppia, lui italiano di Treviso lei irlandese, che si fermano anche loro a raccoglierle. Decidiamo di fare un tratto insieme in un paesaggio incantato, con colori da sembrare un dipinto. Il sole picchia forte e io mi lamento dell’aver perso il cappello e di avere solo 5 euro in tasca. Ed ecco il mio Angelo della giornata, il ragazzo italiano mi cede il suo cappello per 5 euro, tanto lui lo usava poco ed é anche un bel ricordo della sua giornata della gioventù a Madrid. Ora posso tornare a ragionare, con una testa fresca. Che meraviglia!
Procedo in questa tappa bellissima e do dell’ibuprofene a Chloe, un’altra ragazza irlandese che a stento riesce a camminare oggi. La maggior parte dei pellegrini oggi decide di fermarsi a Santo Domingo della Calzada, ma io avevo fatto spedire lo zaino a Granõn, il paesino successivo. Da domani mi metto lo zaino in spalla per essere più flessibile.
Vedo stagliarsi la graziosa Granõn davanti a me, l’applicazione mi dice che in 30 minuti dovrei esserci. Eppure dopo 30 minuti la cittá é scomparsa e io non sono arrivata. Dietro a me cammina a distanza tutto il tempo una ragazza con le cuffie, quindi deduco di essere sulla strada giusta. Peró a pensarci bene è un po’ che non vedo le frecce gialle. Mi fermo e aspetto la ragazza, anche lei italiana. Io le dico che vedendo lei venirmi dietro non mi sono fatta venire il dubbio di essere sulla strada sbagliata. Lei dice che vedendomi davanti non si é proprio posta il problema. È cosí ci rendiamo conto di aver preso una deviazione sbagliata e di esserci distratte, lei a sentire la musica, io i miei podcast. Ne deduco una grande saggezza “ Solo perché qualcuno ti sta seguendo non vuol dire che stai andando nella direzione giusta”.
Facciamo marcia indietro e finalmente alle 1530 arriviamo a Granõn, un minuscolo e carinissimo paesino. Il tempo di lavare le mie cose e farmi la doccia e mettermi il vestito leggero che ho comprato qualche giorno fa, e giá assisto ad una usanza tipica del posto. Un carretto carico di ragazzini e di piante, cammina per le stradine a passo d’uomo, e da tutte le finestre e i balconi i cittadini versano secchiate d’acqua sui ragazzi che urlano e cantano. Un rito propiziatorio alla pioggia. Si divertono un mondo e io devo stare attenta a non prendermi qualche secchiata anche io. La sera ceno con delle ottime patatas bravas e per la prima volta mi sento quasi riposata, e serena.