20 Giugno 2019

La tristezza come compagna di viaggio

7 Tappa Los Arcos – Logroño (27 km) 

Oggi é il mio compleanno. La mattina prestissimo mentre ero in cucina che mi bevevo il mio caffè e facevo qualche esercizio di allungamento è venuta la signora tedesca, mi ha cantato tanti auguri e mi ha dato una mini torta. Non me lo aspettavo e sono quasi in imbarazzo! Poi mi lascio andare e gioisco per quella sorpresa inaspettata! 

La tappa di oggi si prevede più lunga, 27 km, quindi non aspetto nessuno e parto di buon ora, voglio assolutamente vedere il sole che sorge. Gli incontri della mattina sono delle formiche operose e uno scarabeo che faticosamente attraversa la strada. Quanta potenza in un corpicino cosí piccolo. Per fortuna anche oggi nuvole, una manna per il mio eritema solare. 

Dopo qualche chilometro mi rendo conto di aver preso le bacchette sbagliate! Non sono le mie, hanno solo lo stesso colore. Mando velocemente un messaggio a Mike, anche lui nel mio stesso albergue, per chiedergli se qualcuno si è lamentato per non aver trovato le proprie bacchette e, infatti, mi conferma che una signora brasiliana, che viaggia con una ragazza, non avendo trovato le proprie ha preso le mie, ma ormai sono giá partite. Chissá se le incontrerò mai! Tra l’altro queste bacchette per me sono troppo alte, dovevo proprio essere ancora nel mondo dei sogni per non accorgermene.

La giornata oggi scorre per me molto malinconica, complici anche i maledetti ormoni femminili che una volta al mese mi creano un crollo emotivo.  Voglio stare sola, e sovente mi fermo e vengo invasa da una grande tristezza. Ho deciso di lasciare spazio alle lacrime, le faccio andare quando hanno bisogno di uscire e non ho problemi a camminare con questo stato d’animo,  anzi ho deciso che sarà il mio compagno di viaggio. Sará un’altra coppia di tedeschi che incontrandomi per strada seduta mi canterá Zum Geburstag viel Glück, facendomi ovviamente commuovere di nuovo. 

Un paio di volte sono talmente scossa che devo fermarmi. Un pellegrino mi nota e si ferma solo per assicurarsi che io stia bene, senza parlare. In tutta la giornata di oggi lui è stato il mio Angelo nr.3. Non abbiamo scambiato una sola parola e lui, che  ha visto più volte fermarmi e piangere, ha aspettato che mi riprendessi ogni volta. Non ho neanche idea di dove sia e come si chiami. 

All’ora di pranzo decido di fermarmi in una bellissima cittadina, si chiama Viana. Tutti i pellegrini che conosco sono fermi in ristoranti  e chiacchierano e ridono, ma io ho voglia di stare sola e così  in un piccolo bistrot e mi concedo un po’ di pane e hummus. Quando racconto che oggi è il mio compleanno, mi arriva una mela con con sopra una candelina, e la coppia che manda avanti il locale mi canta anche una canzoncina. C’è da dire che oggi il cammino sta correndo in mio aiuto: mi manda Angeli ovunque in aiuto della mia tristezza. Mi riposo un po’ e decido di ripartire. Mi mancano ancora 10 km. 

Mentre cammino in un campo e non c’è anima viva né avanti né dopo di me, vedo davanti a me un gruppetto di piccoli zingari che giocano. Sulla sinistra noto delle roulotte. I bambini, allegri, si mettono davanti a me ballando e cantando. Io rimango ferma a guardarli, ma inizio ad alzare la guardia, visto che tantissimi anni fa, a Roma, fui derubata proprio da un gruppetto di piccoli zingari con il trucco del giornale. 

Alla fine accade ciò che immaginavo. I bambini si avvicinano sempre di più e mi accerchiano, facendo un gran rumore e cercando di distrarmi. È chiaro che hanno puntato a rubarmi qualcosa con la scusa delle canzoncine. 

Sfodero le mie bacchette come fossero delle spade e gli intimo di stare lontani. Loro sono costretti ad allontanarsi, non si aspettavano la mia reazione probabilmente, ma devo inventarmi ancora  qualcosa per distrarli perché non mi sento proprio a mio agio. Gli dico che gli farò un regalo, ma che dovranno  andare a prenderselo. Prendo una moneta dal marsupio,  e la lancio piú lontana che posso dicendo ad alta voce: “ È vostra, andate a prenderla!”. Loro, ridendo, corrono tutti verso la moneta e io  posso finalmente allontanarmi velocemente.  Certo, sono bambini, ma sono più veloci delle anguille e le loro intenzioni erano chiare. 

Accelero il passo perché ora ho solo voglia di arrivare a Logroño, sono dispiaciuta di non aver incontrato nessuno, stasera mi sarebbe piaciuto festeggiare con tutti il mio compleanno, ma ho già avuto il mio dono ricevendo gli auguri ben tre volte senza aspettarmelo. 

Inoltre per la prima volta in tutto il cammino non mi sento più sicura al 100%. Ieri una pellegrina francese è stata derubata da un ragazzo che l’aveva seguita in una chiesa e le aveva chiesto i soldi. Parlando con lei mi sono resa conto che io quel ragazzo lo avevo incrociato in un tratto del sentiero. Lui era su una bici, fermo, come in attesa, e io lo avevo guardato in faccia e mi ero chiesta cosa ci facesse un ragazzo su una bici sul cammino. Probabilmente non ha provato a derubare me perché io lo avevo guardato in faccia ed ha temuto che se mi avesse derubato io avrei potuto riconoscerlo denunciandolo alle autorità. 

Ed ecco spuntare di nuovo Mike, in compagnia di Joe, un ragazzo australiano che cammina con un bellissimo bastone intagliato da lui stesso: è una piccola opera d’arte. Me lo faccio descrivere nel dettaglio, una parte è tutta dedicata a sua nonna. Decidiamo di camminare insieme fino a Logroño e ascolto volentieri la storia di questo nuovo compagno di viaggio:  ha giá girato mezzo mondo e ora sta continuando a farlo. Per diversi mesi è stato anche un ranger nei safari in Sudafrica. Curiosa come sono, ho voluto sapere tutti i segreti di quel mestiere (deformazione professionale): ad esempio come reagire al comportamento degli animali selvaggi, i rischi e i pericoli che si corrono, ma anche gioie di starci così a stretto contatto. Anche lui, come me, é nato per stare con gli animali, e ci ritroviamo a fare tanti discorsi su ogni tipo di animale. Proprio mentre stiamo dando da mangiare ai cani -purtroppo legati- di Donna Felicia (un’istituzione alle porte della cittá), comincia a piovere fortissimo. Proprio il giorno del mio compleanno! E non ho neppure il mio poncho con  me:  l’ho lasciato in un Albergue qualche giorno fa insieme ad altre cose. Arrivo a Logroño completamente fradicia insieme a Joe e Mike e trovo che per i miei gusti è decisamente troppo grande come città. Troviamo un posto in un albergue consigliato dalla mia inseparabile applicazione “buencamino” e oggi come regalo mi concedo una stanza privata. Ho bisogno di dormire bene almeno stanotte. Tutti gli altri sono dispersi per la grande cittá sotto la pioggia che non rende facile il giro, cosí per la cena del mio compleanno vado a mangiare vegano con Mike e Joe e Luis un altro pellegrino brasiliano incontrato per caso davanti all’albergue . Il ristorante offre buonissimi piatti e ne sono felice. Alla fine passo una bella serata divertente e nonostante la tristezza mi avesse fatto compagnia durante tutta la mattinata, questa  serata passata in allegria sembra darmi una tregua.  Mike e Joe vogliono fermarsi qualche giorno a Logroño e quindi capisco con dispiacere che non li rivedrò più probabilmente. Ci salutiamo prima di andare a dormire  ma promettiamo di rimanere in contatto. 



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