Stamattina mi sono alzata con una strana sensazione nella pancia … sapevo che oggi sarebbe stata la mia ultima tappa, e pure molto corta rispetto alle altre. Le emozioni hanno cominciato a farsi strada ancora prima di uscire. Mi sono messa in moto per fare i 4 km che mi separavano dal faro di Finisterre dove avrei voluto assistere all”Alba e arrivare al km 0, alla fine del mondo, dove tutto comincia . Così mi sono messa in moto accompagnata dall’urlo dei gabbiani e dalla visione di una gatta mamma che paziente allattava il suo gattino nero. Qua è pieno di gatti, tutti piccoli e meravigliosi. Rispetto ai miei gatti di Berlino saranno un quarto della stazza e del peso. Mentre mi avvicino verso il faro sento freddo, forse perché mi manca lo zaino e perché comunque il vento c’è e tira. Arrivata al faro finalmente dopo 4 km (una vera sciocchezza ormai, li ho fatti volando), mi accorgo di non essere sola. Un amico Pellegrino dall’Italia che avevo incontrato a Santiago è anche qui per ammirare l’alba e lasciare al faro la foto di suo papà, e altri tre Pellegrini spagnoli incontrati nelle ultime tappe sono li con me. Per il resto, siamo solo noi, pochissimi rispetto alla folla che immagino ci sia sempre durante gli “altri”anni . Faccio un video mentre mi avvicino al faro con la canzone Pilgrims di Enya e mi emoziono io stessa mentre mi ci avvicino passo dopo passo. È un momento magico, il tempo e lo spazio si fermano, tutto si ferma, anche il sole per il momento non sorge. Arrivo al faro, lo supero, sono scossa da brividi di freddo e di emozione, e noto come chissà chi ha lasciato le proprie scarpe sullo scoglio. Ci sta una croce, è una tomba di un certo Jose nato nel 1978 e morto nel 2010. Dietro a questa qualcuno ci ha posato qualche foto e fiore. Mi siedo sullo scoglio e osservo il mare, immobile. Ho finito il cammino, ma sono qui, dove tutto comIncia. Mentre un grande vuoto mi pervade e le lacrime scorrono miste a malinconia e gratitudine, mi viene spontaneo di pregare per chi me lo ha chiesto, e di ringraziare per questa meravigliosa esperienza. So per certo che il cammino ormai è parte di me, non posso farne a meno, mi aspetterà per farlo di nuovo, per vedere il tramonto a Finisterre e per scoprire gli altri 9 cammini che portano tutti a Santiago. Poi il sole sorge , mio figlio mi chiama al tel per chiedermi qualcosa e mi riporta alla realtà. Faccio qualche foto mentre finalmente il sole mi riscalda ma rimango malinconica, affetta ormai da santiaghite (la nostalgia del cammino). Mentre torniamo in città sono come svuotata. E ora ? Nessuna tappa? È come se il corpo e la mente si rifiutassero di tornare nel mondo reale. Quello del lavoro, degli impegni, della fretta. Penso alla mia famiglia che mi aspetta, ai miei gatti, al cane che presto arriverà, alla mia nuova professione di educatrice cinofila e psicologa degli animali, alle svolte lavorative e scelte coraggiose che devo e voglio fare e mi sento forte. Il cammino mi ha indicato tante strade in questi giorni.
Ora ci vuole la colazione. Andiamo da World Family, un’istituzione a Finisterre , un tempo un donativo costituito da hippy, oggi un locale con cucina sana deliziosa e fresca con la verdura presa dal loro orto. Luigi il cuoco di La Spezia si è fermato qui alla fine del suo cammino e ha un’energia indescrivibile e cucina divinamente. Anche qui non mi faccio mancare il mio pane tostato con il pomodoro fresco. Dopo è il momento di visitare la spiaggia: rimango completamente a bocca aperta. Una spiaggia non solo lunghissima con un mare cristallino, ma soprattutto larga e completamente ricoperta di conchiglie. Io così tante conchiglie sulla spiaggia non le ho mai visti in vita mia, comincio a raccoglierle, è come una droga, mi sembra di stare ieri sul sentiero delle more dove non riuscivo a smettere di mangiarle. Me ne riempie un sacco intero, poi mi rendo conto che non lo posso fare, non posso portarmi 5 kg di conchiglie a casa, e quindi comincio a ributtarle sulla sabbia, me ne tengo poche per ricordo, alcune per regalo, tra queste la caposanta. L’acqua dell’oceano è fresca, infatti sono in pochi a farsi il bagno, ma verso l’ora di pranzo la spiaggia è pienissima di persone. Lo spazio è talmente ampio che sembra non riempirsi mai… Anche oggi a pranzo decidiamo di non farci mancare la pasta di Luigi, troppo buona. E poi arriva il momento di salutare Finisterre, prendo un autobus che mi porta Santiago e posso godermi il tragitto sulla costa, passa per paesini bellissimi, verrebbe voglia di scendere e farsi un altro cammino alternativo. Questi paesini sono veramente incantati, spiaggette bianche e vuote ovunque, sono completamente stupita nel vedere la bellezza di questa parte della Spagna. La bellezza viene anche dal fatto che è completamente selvaggia, non ci sono stabilimenti, non ci sono bar aperitivi… Ci sono le case, gli spagnoli, le spiagge e i boschi. Arrivata a Santiago mi tolgo qualche sfizio, mi compro una tazza che mi ricorda il cammino, una fascia per i capelli con la mappa del cammino, una spilla, dei braccialetti come regalo e una spilletta. Domani andrò a Porto a prendere l’aereo.