Santiago de Compostela-Negreira
Questa mattina ho spostato l’orario di uscita alle sette, sapevo che i chilometri da fare sarebbero stati solo 22 e ho preferito dormire un pochino di più. Per via della tendinite ho deciso di spedire lo zaino e dopodiché mi sono messa velocemente in marcia per uscire da Santiago. La città era completamente deserta e anche nella piazza della cattedrale non c’era anima viva. Con me un paio di pellegrini incontrati ieri a Santiago che vogliono proseguire. Poco dopo l’uscita da Santiago è cominciata una bellissima zona verde, sono salita di quota e ho potuto ammirare una vista bellissima sulla cattedrale. Dopodiché sono entrata in un mondo incantato, lontano dalla città, dalle macchine, dalla confusione… Solo boschi, soprattutto di eucalipto, ruscelli, e tanti piccoli villaggi Dopo circa 10 km sono riuscita a trovare un bar aperto dove poter fare colazione con pane tostato e pomodoro, la cosa giusta prima di cominciare una salita abbastanza impegnativa, ma sempre nei boschi. Il premio dopo la salita è stato un bellissimo fiume con un ponte romano (Ponte Maceira) dove ho fatto una bella sosta per riposare i piedi. Oggi non ho praticamente mai sudato visto che il cielo era coperto e tirava un bel venticello, in generale la temperatura si è abbassata.
Sono passata davanti ad un campo dentro il quale c’era una grande gabbia con all’interno tre dolcissimi piccoli cani…Quando mi hanno visto hanno cominciato a scodinzolare e a guaire, sono andata da loro ma la rete era talmente fitta da non riuscire neanche ad accarezzarli bene. Un altro cane rinchiuso all’interno della gabbia che non riuscivo a vedere a cominciato a piangere disperatamente. Ho scelto di andare via abbastanza velocemente, avrei solamente prolungato la sofferenza. Ma io mi chiedo, questa gente che si prende i cani per poi tenere nelle gabbie, al posto del cervello o meglio a posto del cuore, cosa ha? Se c’è una cosa che mi sta disturbando tantissimo in questo cammino è il modo in cui vengono tenuti i cani, tantissimi alla catena, moltissimi rinchiusi in box, un disastro. Maledico i loro padroni e l’ignoranza che regna a riguardo.
Camminando in discesa ho fatto la conoscenza di altri tre cani che sembravano ferocissimi ed erano al di là di un cancello. Sono rimasta talmente a lungo a parlarci che alla fine ovviamente hanno smesso di abbaiare e mi hanno permesso di andare via con loro tranquilli e me tranquilla. Ci tengo a fare conoscenza con ogni cane che incontro, anche se sta dietro un recinto.
Dopo un po’ per un pezzo di tragitto Il cammino affianca una strada statale… Mentre cammino vedo qualcosa per strada, si muove, è piccolo, è un passerotto, credo sia stato investito o preso da una macchina, è vivo. Mi si ferma il cuore, devo assolutamente toglierlo dalla strada. Controllo velocemente che non arrivino macchine, mi fiondo sulla strada e raccolgo il passerotto maschio, che non fa resistenza, infatti non vola via ma rimane immobile nelle mie mani.Con il cuore in gola cammino per diversi metri verso il bosco, sento il suo respiro ansimante nella mia mano, gli lascio spazio per respirare, gli parlo e gli dico che fra poco lo libero. Lui ha il becco spalancato ed è terrorizzato, io prego che non sia troppo ferito da non poter più volare.
Arrivata al limitare del bosco apro le mani e lui, fortunatamente, riesce a volare via. Si posa su un albero. Il mio cuore scoppia di felicità, se non l’avessi raccolto dalla strada probabilmente a questo ora non sarebbe vivo.
Arriviamo a Negreira, e ci rimango male a vedere che è una città abbastanza grande… Se lo avessi saputo avrei sicuramente proseguito. Per fortuna il posto dove dormo e abbastanza decentrato e all’interno della zona antica della città. Per la prima volta dopo tanti giorni riesco a farmi un bel sonno ristoratore durante il pomeriggio, dopodiché mi faccio una bella spesa e mi preparo una cena casalinga, oggi voglio riposarmi e ricaricare le batterie, da domani Le tappe saranno di nuovo tutte oltre 30 km e con molte salite.