24 Tappa O Cebreiro – Samos  35 km
 
La giornata di oggi è cominciata pensando che la tappa sarebbe stata leggera e che da domani avrei cominciato ad aumentare chilometri. Non sapevo ancora a cosa sarei andata incontro. Sono uscita un pochino più tardi e ho fatto in tempo a vedere insieme alla mia amica francese un’alba meravigliosa su O-Cebreiro. A passo spedito abbiamo proceduto, tra pascoli di vacche e montagne verdi e rigogliose . Dopo aver fatto colazione in un paesino con pane tostato e marmellata e un succo di frutta, abbiamo proseguito. Ogni tanto controllavamo l’applicazione per vedere se eravamo sul cammino, visto che qui in Galizia ci sono a differenza della Castiglia, pochissime frecce. Ad un certo punto è cominciata una discesa importante, su asfalto, non ce l’aspettavamo. Abbiamo proseguito a passo spedito, visto che la discesa carica molto sulle ginocchia e ad un certo punto ci siamo trovati di fronte a due cani, due simil Border Collie. Uno era gioviale , l’altro meno e ci abbaiava . Facendo finta di niente abbiamo proseguito verso il basso, fino ad una fattoria. Il pastore è uscito fuori e ci ha fatto segno di non andare avanti, perché ci stavamo sbagliando. Con orrore ho guardato l’applicazione e… ebbene sì , eravamo da tutta altra parte !!! Avevamo allungato almeno di 1 km tutto in ripida discesa. Abbiamo guardato la mappa e capito che tagliando una montagna saremmo arrivati di nuovo sul cammino, e quindi ci siamo rimesse in moto. Il pastore era terrorizzato perché io mi ero scordata di indossare la mascherina e ha dato un cenno di assenso sul nostro piano solo quando ho capito e me la sono messa! Ci siamo quindi incamminate verso il nostro percorso e abbiamo dovuto fare una salita impegnativa quanto quella di ieri per salire a O Cebreiro… Arrivate su, completamente senza fiato, abbiamo ripreso il cammino e dopo un po’ abbiamo ritrovato alcuni dei nostri compagni di viaggio. Nel frattempo decidiamo di allungare la nostra tappa di oggi e proseguire fino a Samos, 10 km dopo Triacastela. Nonostante i 2 km fatti in più, siamo ancora con un buon tempo e possiamo permetterci di fare una tappa più lunga. Dopo una piccola sosta, ci rimettiamo in moto, passiamo attraverso diversi pascoli e incontriamo tanti cani  pastore molto ma molto docili. Poco prima di Triacastela passiamo di fronte ad un castagno vecchio di 800 anni che merita una sosta e un abbraccio. La maggior parte dei pellegrini che sta con noi si ferma Triacastela, che io francamente non trovo per niente bella e mi rallegro del fatto di aver deciso di proseguire. Imbocchiamo la strada e stiamo bene attente a seguire le frecce ed entriamo in un bosco bellissimo. Ad un certo punto Stefanie controlla comunque l’applicazione, ormai lo facciamo continuamente e con orrore ci rendiamo conto di essere sì sul cammino, ma non sulla variante per Samos. Tutto ciò ci capita davanti ha una casetta bellissima nel bosco, da dove ne esce un distinto signore inglese che ci chiede se serve aiuto. Gli spieghiamo il nostro problema e dice che non siamo le uniche. Ci spiega come arrivare a Samos, quindi dobbiamo allungare di altri 3 km, e dopo prega per noi in diretta e ci dà un timbro bellissimo sulle nostre credenziali. Io e Stefanie ci mettiamo l’anima in pace, non abbiamo scelta, altro che tappa facile!  Ci mettiamo in marcia e devo dire che il paesaggio rimane bellissimo, prima il terreno è brullo e molto in salita, come se non avessimo fatte abbastanza oggi, dopo una lunghissima discesa che io decido di farmi di corsa perché se no le ginocchia non mi avrebbero retto. Mi cambio pure le scarpe e mi metto i sandali senza calze, perché sento che mi stanno per arrivare delle vesciche. Ci mancano 6 km fino a Samos, che in una situazione normale non sarebbero neanche tanti. Ma adesso sono le quattro di pomeriggio, l’ombra diventa sempre di meno, il sole picchia, e la mia allergia solare è tornata in tutta la sua potenza. Siamo su una strada senza alcuna casa e senza con bar, sappiamo che dobbiamo tenere duro fino a Samos. Negli ultimi 3 km la stanchezza si fa veramente sentire, a lei fanno male le ginocchia, a me le anche, e soprattutto i chilometri non passano mai. A quel punto le chiedo se le piacciono i Queen, lei asserisce e dopo poco abbiamo la colonna sonora di Bohemian Rhapsody a tutto volume che ci fa compagnia. Facciamo gli ultimi chilometri a passo svelto e cantando a squarciagola, Freddy Mercury ci è corso in aiuto. Ad un certo punto Samos ci sbuca davanti in tutta la sua bellezza, il monastero è meraviglioso, il fiume che lo costeggia alberato da salici piangenti è romanticissimo. Arriviamo al nostro Ostello e ci prendiamo immediatamente una birra lei, un radler io. Siamo sfinite ma sopratutto siamo affamate. Dopo una breve doccia andiamo a cercare un posto dove mangiare e troviamo un hotel che propone un semplice menu. Mangio il Gazpacho più buono di tutta la mia vita , con dentro dei pezzetti di melone , un vero sogno ! Dopo un‘insalata mista e mezze zoppicando dalla stanchezza ma anche dalle risate, ce ne andiamo in stanza per un meritato riposo. Le lunghe ore trascorse assieme ci hanno dato là possibilità di conoscere molto delle nostre storie familiari . La sua è pazzesca . Ma questa è un’altra storia .
Domani 36 km fino a Portomarin speriamo senza errori !!!

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