Murias de Rechivaldo- Foncebadòn 20 km
Per raccontare le storie che ho sentito oggi dovrei scrivere un libro..… Mi sono alzata prestissimo, sono partita col buio e con il mio nuovo frontalino e dopo una decina di chilometri ho cominciato ad assaporare il paesaggio brullo e montuoso, con bellissimi fiori viola, pinete, rocce e sentieri tortuosi. Unico inconveniente, milioni di moscerini davanti ai miei occhi. Già alle 12 ero arrivata a destinazione, a Foncebadón, Ed era anche un bene, visto che comincio a sentire dolore ad entrambi i tendini.
Arrivata all’Ostello ho visto che sarei stata in una stanza troppo piccola con troppe persone e quindi ho chiesto di cambiare in una stanza da sola. E penso che farò così anche nei prossimi giorni. La prima cosa che sono andata a fare é stata conoscere Giovanni, nella casa accanto, del quale avevo sentito molto parlare per via delle sue famose pizze.
Ha 28 anni, é veneto, e vive qui da tre anni e mezzo, fa una pizza e delle bibite strepitose che hanno causato molta invidia tra i compaesani. Vengono a mangiare la sua pizza da tutti i paesi limitrofi. Il suo cane Saetta, é un incrocio con una vera lupa. Giovanni si sta costruendo tutto in modo tale da poter vivere in modo sostenibile, senza bisogno di lavorare (con galline pecore conigli orto).
Ha 28 anni, é veneto, e vive qui da tre anni e mezzo, fa una pizza e delle bibite strepitose che hanno causato molta invidia tra i compaesani. Vengono a mangiare la sua pizza da tutti i paesi limitrofi. Il suo cane Saetta, é un incrocio con una vera lupa. Giovanni si sta costruendo tutto in modo tale da poter vivere in modo sostenibile, senza bisogno di lavorare (con galline pecore conigli orto).
Seduta al tavolo di Giovanni ho fatto anche la conoscenza di Alex, un signore di Bologna di 42 anni, sposato con una cinese con due bambini piccoli. La moglie è tornata in Cina a Giugno con i bambini per via del lavoro e lui, visto che non è cinese, non può rientrare, nonostante abbia la famiglia là. E quindi fa il cammino e mentre cammina sbriga telefonate di lavoro e ogni tanto si ferma a lavorare con il suo computer. Non sa quando potrà rientrare… Mi ha raccontato un sacco di cose della Cina che noi neanche lontanamente ci immaginiamo, visto che ci vive da 13 anni. Insieme a lui c’era Alessandro, un ragazzo di Firenze. Quando gli ho chiesto il motivo per cui ha fatto il cammino gli si sono subito riempiti gli occhi di lacrime… Mi ha raccontato che quando aveva diciott’anni è rimasto sommerso sotto una valanga di neve mentre sciava. Ha solo sentito il rumore, un boato, e poi ha perso i sensi. Quando si è svegliato non capiva nulla e vedeva delle luci, e a pensato che fossero delle fate… In realtà erano i cani soccorso che con le lucette al collo lo stavano trovando. È stato dunque salvato dai cani. La gamba gli doveva essere amputata ma grazie ad un chirurgo illuminato sono riusciti ad evitarlo mettendogli una protesi al ginocchio. Era talmente grato a questi cani che ha deciso di prenderne uno dal canile, un dalmata che in realtà non volevano darlo a nessuno perché era aggressivo e mordeva tutti. E infatti nel giro delle prime settimane ha morso anche lui, ma poi come per miracolo sono riusciti a trovare un’armonia, lui era un cane indipendente aveva la sua testa e incredibilmente è diventato un cane da soccorso. HA collaborato con la polizia e tra le tante persone ritrovate, ha ritrovato una bambina di 7 anni in una grotta che era rimasta lì perché durante la passeggiata le era morto il nonno. Questo cane gli è morto poco tempo fa e lui sta portando le ceneri a Santiago, non vi dico le lacrime mentre raccontava e ovviamente io a piangere dietro a lui. Durante la serata si é poi aggiunto un altro personaggio, si chiama Carlo, e a sessant’anni ha perso la moglie e viene da un paesino calabro. Quando gli è morta la moglie ha cominciato a camminare senza sosta si faceva 20-30 km al giorno finché non ho visto il film sul cammino di Santiago, i figli lo hanno convinto a partire e lui si è fatto il primo cammino.Tornato in Calabria dopo due giorni stava di nuovo impazzendo, anche per via della mentalità del suo paese, e quindi due giorni dopo è ripartito per il cammino portoghese.Da lì non si è mai più fermato e ora è diventato hospitaliero qua a Foncebadon, dove ha trovato la sua dimensione e continua a camminare. Ho dato un’occhiata ai suoi piedi, portano tutti segni.Questa piccola città di montagna ha qualcosa di particolarmente magico e misterioso. Tantissimi gatti e tante storie diverse che si intrecciano.Anche domani mattina partirò prestissimo. E speriamo bene con i miei tendini.