La fine è l’inizio
30 Giugno 2019
17 tappa: Terradillos – Sahagún , 12 km .
Oggi è il mio ultimo giorno. Proseguirò l’anno prossimo partendo esattamente da dove ho lasciato. Oggi ho camminato molto lentamente, era come se volessi prolungare all’infinito la tappa di oggi. Non nascondo una forte malinconia nel lasciare questa esperienza meravigliosa. La mia Tappa è stata intervallata dall’incontro con diversi animali, miei fedeli compagni e amici durante tutto il tragitto. Tra i tanti ho cercato di aiutare delle piccole rondini cadute dal nido, ma non so se sopravviveranno. Ho fatto la mia ultima colazione all’ostello San Bruno, gestito da italiani, dove ho lasciato le mie bacchette dovessero servire a qualcuno. L’impatto con Sahagún è stato addolcito delle innumerevoli cicogne che nidificano sui tetti, i cui piccoli sono ormai pronti per volare. Voleranno via a Luglio, per tornare poi a Marzo dell’anno prossimo. Quindi chiunque faccia il cammino tra Agosto e Febbraio non avrà il piacere di ammirare questo spettacolo della natura. A Sahagún mi sono fermata a pranzare in un ostello molto accogliente, ma mi è presa una tale stanchezza che mi sono più volte addormentata al tavolo😬 (una barbona praticamente) . Nuovamente le emozioni si sono fatte sentire, un misto di nostalgia, tristezza, ma soprattutto immensa gratitudine per aver potuto fare questa esperienza. Sono andata ritirare la mezza Compostela che attesta che ho fatto metà del percorso per Santiago. Alla stazione di Sahagún ho salvato una rondine che era finita nel sottopassaggio,ho rigirato sulla pancia un enorme scarabeo che rischiava di morire di caldo e di sete, e poi ho preso i treni per Palencia e per Madrid, da dove domani prenderò l’aereo per Berlino.
Il cammino ti fa un regalo indescrivibile, il cammino è un regalo. E se riusciamo a capire che il cammino corrisponde alla nostra vita, allora riusciremo tutti a camminare più serenamente. Posso solamente dire che nelle ultime tappe lo zaino neanche lo sentivo più e tutti i dolori erano passati, compresi quelli della vesciche . Dopo la tempesta c’è sempre il sereno.
Mai avrei creduto che nel cammino di Santiago si potessero incontrare così tanti animali. Innanzitutto le farfalle ci accompagnano quasi da subito per tutto il tragitto. Se non ci sono farfalle vuol dire che sei sul percorso sbagliato, controlla bene! I cavalli che ho incontrato tra San Jean e Roncisvalle mi hanno fatto credere di essere nell’Eden. Nel pascolo di mucche subito dopo Sant Juan de Ortega, ho addirittura visto un vitellino ancora con il cordone ombelicale. Essere circondata da vitellini curiosi e mamme mucche un po’ nervose perché avevamo con noi un cane che abbaiava, è stato a dir poco emozionante. Dappertutto ho incontrato uccelli canori di tutti i tipi, ho aiutato dove ho potuto, ho nutrito cani e gatti, ho rimesso scarafaggi e scarabei sulle loro zampe per evitargli una morte assolata a pancia in su, ho dato da bere a un topolino assetato, ho salvato una rondine dal sottopassaggio di una stazione, ho nutrito scoiattoli a Logrono , ho passato innumerevoli ore a osservare le cicogne sui loro nidi in cima alle chiese, con i piccoli ormai pronti a spiccare il volo. La mattina quando uscivo presto avevo i pipistrelli che mi volavano vicino e le civette che mi osservavano. Topolini che correvano da destra a sinistra sul mio tragitto. Ho seppellito con delle foglie una piccola talpa un uno storno appena morto evidentemente schiantatosi contro una macchina. Ho riconosciuto il canto di molti uccelli e ne ho ammirato la straordinaria bellezza. Ho notato la differenza nel volo delle diverse farfalle, Sono stata attenta a non calpestare le infaticabili formiche e lavoratrici. Ho incrociato una Processionaria e un serpente verde. Ho sentito il gracchiare delle rane e di rospi. La mattina sono stata svegliata dal canto assordante delle rondini e dei balestrucci. Ho incontrato tre persone che facevano il cammino con il loro cane.
Inoltre voglio ringraziare tutti gli angeli e i compagni di viaggio di questi 17 giorni, abbiamo condiviso momenti belli, divertenti ma anche stancanti e dolorosi.
Ringrazio Ilvia per il sostegno e la bellissima spilla “accept your greatnesses “, Tony per le risate , Anne per la bellissima giornata passata insieme è come se ci conoscessimo da sempre, Mike per la sincera condivisione della sua storia e la buonissima cena vegana per il mio compleanno, Joseph per avermi raccontato la sua storia da nomade e animal Whisperer come me, Joe per le profonde chiacchierate e la camminata nelle cocenti mesetas ad un ritmo per lui troppo lento, Margarita per il caricabatterie, Chloe per l’Ibuprofene, Alessandra per l’abbraccio nel momento giusto, David per essersi sempre preoccupato che fossi ok, Christian per l’avventura col suo cane nel pascolo di mucche, Patrizia di la vita è bella a Saint Jean Per essermi stata di sostegno ancor prima di partire, Manuel e Esther perché sono gli hospitalieri che tutti dovrebbero avere e mi hanno fatto piangere di commozione, Daniele per le parole di conforto, Fernando per l’aiuto con le vesciche, Carla per le perle di saggezza, Mark per la sincerità e apertura , Kip per gli innumerevoli consigli e la fragorosa risata, Manuela e Siria per l’ascolto, Jessica per il ritratto, il ragazzo di Treviso per il cappello, l’hospitaliero di Tosantos per la toccante cerimonia, Linda per avermi cucito le vesciche. Un grazie a tutti gli hospitalieri e i volontari senza i quali tutto ciò non sarebbe possibile e un buon camino a voi che continuate ❤️
Dimenticavo! Ringrazio la mia famiglia che mi è stata vicina tutti i giorni e i miei cari amici che mi hanno seguito da lontano rispettando quando avevo bisogno di silenzio e solitudine. A mia mamma, che giornalmente mi ha letto le pagine del libro “Vado a fare due passi” di Hape Kerkeling (che adoro e consiglio di leggere) corrispondenti alla mia tappa sfidando la sua proverbiale pressione bassa va un ringraziamento particolare. Grazie mamma!