Non essere impaziente
23 Giugno 2019
10 Tappa , Granõn- Tosantos (20 km)
Stanotte non ho praticamente chiuso occhio. Ero in attesa di un messaggio da parte dei miei figli che stavano vivendo un’odissea con la Airline Pegasus la compagnia aerea che avrebbe dovuto portarli in Turchia e il cui volo era in ritardo di 24 ore. Inoltre nella micro piazza si sono riuniti tutti i giovani e hanno fatto baldoria tutta la notte. Quindi sono partita presto e la notte insonne si è fatta perdonare alla vista di un bellissimo cielo rosa. È il mio primo giorno con lo zaino grande. Mentre camminavo attraverso enormi campi di papaveri bianchi ho avuto il piacere di fare una bellissima chiacchierata con Kip un professore di religione e filosofia originario della Virginia che faceva il suo cammino per la settima volta insieme ai suoi studenti. Mi ha detto che il cammino ti dà le risposte, ma devi avere il tempo di aspettarle e non essere impaziente. Alle persone impazienti non arriverà nessuna risposta, mi ha ancora detto. Kip aveva anche il pregio di avere una risata contagiosa.
Poi è successo un piccolo miracolo. A Belorado ho incontrato la zia e nipote con le quali c’era stato un l’involontario scambio di bacchette diverse tappe fa. Incredibile che le abbia incontrate improvvisamente oggi all’uscita dal bar. Eravamo felicissime di poterci di nuovo scambiare le nostre bacchette e per festeggiare abbiamo fatto un tratto di strada insieme.
Da oggi ho cominciato a vedere cicogne nidificanti su tutti i tetti delle chiese. I piccoli sono giá nati e fanno prove di volo. Uno spettacolo che mi fermo ad ammirare in ogni paesino.
In totale oggi ho camminato solo 20 km e ne avrei potuti fare molti altri ancora ma ho voluto fermarmi nella casa parrocchiale ”San francesco di Assisi” perché avevo saputo da Kip che questa sera ci sarebbe stata una cerimonia molto commovente e una cena comunitaria. Quando arrivo vego calorosamente accolta dal parrocchiano che mi offre dell’acqua e poi mi spiega che per partecipare alla cerimonia che si sarebbe dovuta svolgere la sera devo dovuto prendermi del tempo per scrivere la mia preghiera nella mia lingua. Durante la cerimonia poi ognuno leggerà le preghiere della settimana precedente dei pellegrini prima di noi nella propria lingua madre. Quindi mi metto nel giardino e finalmente scrivo. Scrivo tantissimo. .
Qui non ci sono letti, si dorme per terra su delle stuoie. Siamo solo in tre. Io , David, un ragazzo spagnolo, e un altro signore di 72 anni, anche lui spagnolo. Ha una figlia che si chiama Ruth che oggi compie 46 anni! Faccio una gran fatica a capirmi con lui perché parla in dialetto stretto ma alla fine, tra gesti e risate, ce la facciamo. Aiutiamo a sbucciare le noci per la cena di questa sera e poi facciamo una piccola visita guidata all’eremo che si trova sul monte di fronte alla casa parrocchiale. Quest’ Eremo diventerá poi la prima chiesa in Castiglia. A sera passa la polizia e ci racconta che c’è una banda di ladri nei paraggi, che viaggia su una Skoda verde: i ladri si spacciano per pellegrini e rubano nelle stanze. Ci suggeriscono di tenere gli occhi aperti. Ceniamo tutti insieme nel giardino e la serata è tiepida. La cerimonia a sera è bellissima e commovente. Ascolto con attenzione le lettere degli spagnoli che David e l’altro signore leggono, e nonostante io non parli la loro lingua, ne colgo il significato e mi commuovo a tal punto che quando tocca a me, e anche io leggo la lettera di un pellegrino italiano passato di qui prima di me, sono così stanca da essere sopraffatta e la commozione provata prima ora si traduce soltanto in un desiderio imminente di coricarmi; e infatti dopo la cerimonia mi si chiudono gli occhi. La giornata è stata così intensa e piena di emozioni che non mi faccio nessun problema a dormire sulla stuoia. D’altronde quando ero piccola i miei genitori mi ci hanno fatto dormire per anni, quando abitavamo a Merano.
Cominciano purtroppo a venirmi le prime vesciche…